Condominio Lyrics & Tabs by Alessandro Mancuso
Condominio
guitar chords lyrics
Tutto comincia una mattina nel bagno dove spesso mi parlo
qualche volta mi ascolto per conoscermi meglio.
La finestra, sul vuoto, mi proietta gli umori
per non dire i rumori e per giunta gli odori del mio condominio.
Una bestemmia colorita scende giù solenne e austera;
la giornata è cominciata proprio bene chi lo sa fino a stasera!
Subito un'altra risuona nel vuoto, distrugge il silenzio
seguita da un tonfo e da un rantolo roco.
Cadono oggetti, si sente uno sputo, un guaito strozzato
un lamento di lupo fortemente alterato.
Al primo insulto tutti pensano, felici: "Ora si gode!"
Anch'io mi metto comodo a sedere. Peccato... non si vede.
E' scoppiato un casino, un grande casino al settimo piano
seduti sui water tutti quanti aspettiamo.
E' scoppiato un casino, un grande casino, chissà chi sarà?
E' scoppiato un casino, un grande casino al settimo piano
seduti sui water tutti quanti aspettiamo.
E' scoppiato un casino, un grande casino, chissà chi sarà?
l condominio sviluppa la creatività. .
Rumore di serrande che si alzano. Tutte, tutte insieme, anche quelle che vedo sempre chiuse. C’è gente che vive nella penombra, nel silenzio, non aprono nemmeno i vetri, devono avere qualcosa dei pipistrelli. Ti sembra che vivano in appartamenti? Macché! Dentro sono grotte. Ma quando scoppia il casino nel caseggiato, eccoli, tutti, belli, si affacciano…
«Cos’è stato? Chi è?» Vivi, li vedo vivi, finalmente. E stronzi. Sbavano.
«Ha sentito, professore? Chi sarà» mi chiede uno che di solito non mi saluta neanche se mi sbatte contro uscendo dall’ascensore. È un vecchio distinto. Una merda di vecchio distinto che, pur di non prendere l’ascensore se vede che sto entrando io nel portone, rimane fuori a passeggiare, avanti e indietro. Del resto… lo faccio anch’io. Una sera… lui da un angolo del palazzo, io dall’altro… aspettavamo a vicenda che l’altro entrasse per primo. Nessuno dei due osava tentare la prima mossa. Vigliacchi. Uno stallo pazzesco. Sono venuti a cercarci le mogli, alle due di notte… poi in quattro nell’ascensore non ci stavamo più… ma noi non avevamo neanche voglia di fare le scale a piedi insieme a quelle due merde… e abbiamo fatto l’alba!
E adesso che sente litigare è bello contento, il vecchio distinto.
«Professore, chi sarà?» Se lo sapessi non sarei qua a cercare di capire. Sono anche un po’ agitato, come prima della partita. Ma fai silenzio e ascolta, cerca di capire! E scommetti. È il totolitigio. Che ci unisce, ci affratella, finalmente.
L’amministratore fa: «Per me sono i due cinesi dell’interno 12!» Lo insultiamo. Non sa mai un cazzo, l’amministratore. Non sa nemmeno che i cinesi se ne sono andati da un anno.
Il perito che ce l’ha su con lui, da anni, ne approfitta, si sporge e gli urla: «Come la questione dello spostamento dei contatori del gas fuori, vero amministratore? Che fine hanno fatto i soldi che il comune aveva detto…»
Per favore, per favore! Non divaghiamo!! Concentriamoci! I cinesi! E poi questi stanno litigando in italiano. Anzi, ad ascoltare bene si capisce che… ma sì, sì, sono proprio loro… .
Siamo certi che è il giudice con la giornalista sposati di fresco
e l'attenzione raggiunge livelli di massa.
Lui le dà della troia con un tono tremendo, lei gli dice:
"Cornuto!" E' raggiunto un accordo sul concetto di fondo.
E tutti quanti con gran foga si comincia a parteggiare;
al quarto piano son sportivi mentre al terzo più accaniti ci hanno pure le bandiere.
La moglie minaccia, incazzata davvero; risponde il marito
con un ampio latrato e batte i pugni sul muro.
Dal piano di sopra si lotta alla morte, qualcuno si cala
con la corda di sotto per dare man forte.
Al piano terra poveracci sono un po' tagliati fuori
per non essere da meno danno voce ai loro cuori con le trombe e coi tamburi.
E' scoppiato un casino, un grande casino al settimo piano
in piedi sui water tutti quanti tifiamo.
E' scoppiato un casino, un grande casino e la crudeltà
dilaga nel vuoto della scala
Il muratore che sta all'interno 24 ha divelto la sua vasca da bagno e la scaraventa di sotto. Cade al suolo con un boato che, rimbombando nel vuoto, fa tremare la terra, il cielo e i vetri smerigliati delle finestre di tutti i cessi dello stabile. Poscia improvvisa una fionda servendosi della cazzuola e dell'elastico delle mutande: vuole sfondare, con le manopole del lavabo scagliate a grande velocità, la barricata eretta dal suo dirimpettaio, glorioso scorreggiatore olimpionico, forte anche nel doppio misto in compagnia della moglie, entrambi meglio noti come i coniugi "Richter-Mercalli".
Uno studente dell'ammezzato brandisce il phon come una P38, minacciando di fare una strage. Siccome ha l'alopecia viene bloccato e interrogato su come sia entrato in possesso dell'oggetto. Per precauzione si incaricano di disarmarlo alcuni addetti alla pulitura scale.
La signora Marisa Pittaluga, casalinga indefessa, tenta la strada delle armi chimiche: versa dalla sua finestra litri e litri di Vim Liquido, unitamente ad una temibile miscela a base di Intima di Karinzia e sapone in polvere. Il disastro è ormai epico e cresce ulteriormente.
Piovono bidè, tappetini, armadietti, rasoi elettrici, carta igienica metallica, ignifuga in caso di infiammazioni rettali di preoccupante entità. E poi ancora spazzolini, pannolini, parrucchini! Spazzoloni, sciacquoni, spugne per i duroni! Creme idratanti, disinfettanti, diserbanti! Bombolette, saponette, perette!
Al lancio di un enteroclisma, pieno, la folla dalle finestre, eccitata e soddisfatta, improvvisa una "ola" da stadio.
Un coltivatore diretto della provincia di Cuneo, in visita presso un cognato che sta all'ultimo piano, tira giù una moto-zappa. Scorretto; non vale. Viene immediatamente identificato, squalificato e allontanato al grido unanime di: "Fuori! Fuori!"
Nel delirio completo di un intero caseggiato, dopo ore di battaglia campale, in verticale, nessuno, dico, nessuno si è accorto di una cosa: .
Al settimo piano non c'è più rumore, la magistratura
ha già fatto la pace col quarto potere
Sono usciti ridendo, si tenevan per mano, han lasciato noialtri
meschinetti in balia di tutto il nostro veleno.
Con il bisogno disperato che sentiamo di dir la nostra!
E con l'assurda voglia di partecipare, sì ma stando sempre alla finestra.
E' scoppiato un casino...